L’incontro è stato promosso dal Gruppo Minerva, che riunisce le donne manager di Federmanager Bologna–Ferrara–Ravenna
Dietro la maschera dell’impostore c’è spesso una donna che sa di essere brillante, piena di risorse, creativa, capace e dotata che vuole disperatamente non dover fare più tutta questa fatica, vivere tutta questa ansia, per sviluppare la propria professione
La Sindrome dell’impostore è stato al centro dell’incontro promosso dal Gruppo Minerva di Federmanager Bologna–Ferrara–Ravenna che si è svolto a Bologna e on line il 19 maggio, alla presenza di oltre un centinaio di donne, in particolare manager.
“Questo tema per noi è molto importante – ha spiegato Sara Cirone, coordinatrice del Gruppo Minerva di Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna – chi soffre della sindrome è mediamente una persona di valore, che riesce a raggiungere i propri obiettivi lavorativi, riconosciuta valida a vari livelli. E spesso è donna.”
Un recente studio ha stabilito che il 70% degli esseri umani ha sperimentato almeno una volta un episodio classificabile come sindrome dell’impostore. Ma il fenomeno non ha niente a che vedere con la finzione di essere qualcosa che non si è e nemmeno significa che si è dei veri impostori.
“Avere dei dubbi sulle proprie capacità – ha detto Roberta Bortolucci, presidente del Centro Studi Progetto Donna e Diversity Management – o sulla propria carriera, oppure dei momenti in cui ci si sente insicuri, è una cosa abbastanza normale per tutte le persone. Ma chi soffre della sindrome dell’impostore molto più frequentemente non crede in se stesso, pensa e ripensa ogni errore commesso, ha una attenzione esagerata per i dettagli e il bisogno di sentirsi sempre più preparata degli altri.”
Durante l’incontro, dopo avere illustrato al pubblico in cosa consiste la sindrome dell’impostore, ormai globalmente riconosciuta, Roberta Bortolucci ha intervistato alcune figure del mondo manageriale per esplorare le dinamiche del fenomeno: Morena Bronzetti, manager d’impresa, Claudio Galli, presidente AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) Emilia Romagna e Roberta Gentile, learning and organization development director di Vertiv, provider mondiale di infrastrutture digitali.
“La nostra associazione – ha sottolineato Andrea Molza, presidente di Federmanager Bologna–Ferrara–Ravenna – guarda con particolare attenzione al mondo femminile. Siamo convinti che l’equilibrio di genere faccia aumentare il fatturato delle aziende e crescere il Pil. Inoltre l’evidenza dimostra che le imprese con governance mista, equamente distribuita tra uomini e donne, sono più competitive e reagiscono meglio nei contesti di crisi”.
“Stiamo quindi operando – ha proseguito – per sensibilizzare i nostri associati e la società civile e al nostro interno è attivo il Gruppo Minerva, impegnato per la valorizzazione della diversità di genere e per il riconoscimento delle competenze come volano di crescita personale e professionale.”
Ha chiuso i lavori Simona Lembi, responsabile Piano per l’Uguaglianza, Gabinetto del Sindaco, Città metropolitana di Bologna: “Esiste ancora troppa distanza tra l’immaginario collettivo che vede le donne “arrivate” nella carriera lavorativa manageriale e quanto ancora faticoso e pieno di disuguaglianza sia il lavoro quotidiano delle donne, in qualsiasi ambito si discuta. Incontrarci ha significato affrontare questi nodi e anche aggiungere concretezza al Piano per l’Uguaglianza della Città Metropolitana di Bologna, ora nella sua fase di percorso partecipato, la cui adozione è prevista per luglio di quest’anno. Ringrazio le manager per il confronto di oggi. E per il lavoro quotidiano che svolgono.”
Il Gruppo Minerva
Il Gruppo MINERVA (Manager d’Impresa NEtwork peR la VAlorizzazione di genere) di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna riunisce donne Dirigenti, Quadri Apicali e Professional iscritte all’associazione e fa parte dell’omonimo Gruppo a livello nazionale.
La finalità del gruppo Minerva è la realizzazione di progetti specifici allo scopo di sostenere l’impegno della donna nel mondo economico e sociale. Tra i principi guida il Goal 5 dell’agenda Onu 2030, Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.