Tavola rotonda “Il ruolo dell’ingegnere nella società: quale sinergia? Esperienze per il domani”
Melega: “Le professioni ingegneristiche giocano ruolo di grande importanza nell’Industria 4.0”
“Nel nostro ruolo di cittadini responsabili di una democrazia, dobbiamo essere dotati degli strumenti tecnici adeguati per permettere a chi governa di prendere decisioni informate. Anche in questo senso le professioni ingegneristiche costituiscono una chiave di grande importanza nell’Industria 4.0, nel cui ambito sono molto richieste.”
Lo ha dichiarato Massimo Melega, presidente di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna ed Emilia-Romagna prendendo parte, in rappresentanza del presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla, alla tavola rotonda “Il ruolo dell’ingegnere nella società: quale sinergia? Esperienze per il domani” promossa dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dalla Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna nell’ambito di SPS Italia, la fiera per l’industria intelligente, digitale e sostenibile in programma a Parma dal 28 al 30 maggio.
“L’interazione tra diverse aree di competenza, come la cybersicurezza e la sicurezza sul lavoro – ha proseguito Melega anticipando le tematiche che verranno trattate in occasione della prossima Assemblea di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna il 18 giugno -, dimostra quanto sia complessa e interdipendente la moderna esigenza professionale.”
“Questo richiede un impegno costante nel mantenere e aggiornare le competenze attraverso la formazione continua – ha sottolineato – ma da questo punto di vista viviamo delle criticità: solo il 62% dei manager ha partecipato a corsi di formazione nell’ultimo anno, una percentuale ancora troppo bassa per garantire un aggiornamento professionale adeguato”.
All’evento è stato altresì discusso il vasto problema dei giovani NEET (Neither in Employment nor in Education and Training) in Italia. Secondo l’ultimo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) di Istat, nel nostro Paese nel 2023 la percentuale di giovani non più inseriti in un percorso scolastico/formativo e non impegnati in un’attività lavorativa, sul totale dei 15-29enni, è del 16,1%, molto alta anche se in calo rispetto al 2022 (19,0%).
Melega ha sottolineato la necessità di ridurre la dispersione scolastica e di affrontare la questione del ‘Quiet Quitting’ – fenomeno che consiste nella scelta di fare lo stretto indispensabile sul posto di lavoro – comportamenti che ostacolano la crescita delle competenze.
“La vita non è un’app, ma una realtà complessa che richiede impegno costante e preparazione per affrontare scenari sempre nuovi e imprevisti, come pandemie e salti tecnologici”, ha concluso Melega.