Pubblichiamo a seguire la proposta di emendamento curata da Federmanager per la soppressione della previsione contenuta nel D.d.l. di Bilancio 2020 di modifica del regime fiscale applicato alle auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti, inviata congiuntamente a CIDA (Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità), ai componenti della Commissione Bilancio del Senato, presso cui il provvedimento è all’esame.
Proposta di emendamento Federmanager
REGIME FISCALE DELLE AUTO AZIENDALI
Relazione illustrativa
Attualmente, come noto, l’assegnazione dell’autovettura ai dipendenti in uso promiscuo determina un compenso assoggettato a tassazione, calcolato in modo forfettario, tenendo conto di una percorrenza convenzionale annua di 15.000 km, sulla base di un costo chilometrico definito da tabella ACI e di una percentuale di utilizzo “ad uso personale” del 30%. La ratio della norma finora applicata tiene conto del fatto che su sette giorni alla settimana, la vettura viene normalmente utilizzata cinque giorni a fini lavorativi e due giorni per uso personale. L’uso personale dell’auto (circa il 30%) è appunto quello soggetto a tassazione, in quanto si tratta di un benefit che costituisce una forma di retribuzione in natura.
La previsione contenuta nel d.d.l. di bilancio 2020 che conferma tale regime fiscale solo per i dipendenti con autovetture concesse in uso promiscuo a trazione elettrica o ibrida e per gli addetti alle vendite e rappresentanti di commercio, elevando la predetta percentuale di tassazione al 60% o al 100% in relazione al livello di emissioni inquinanti per kilometro, introduce un pesante aggravio fiscale sui redditi dei lavoratori dipendenti destinatari di tale benefit, che sostanzialmente comporta un raddoppio della tassazione a loro carico e, nei casi peggiori, addirittura una triplicazione dell’aggravio.
I soggetti colpiti dall’intervento, peraltro, sono prevalentemente titolari di redditi medio-bassi: contrariamente ai luoghi comuni ampiamente diffusi, infatti, l’auto aziendale non è un privilegio per ricchi, ma un vero strumento di lavoro, in alcuni casi insostituibile; prova ne sia il fatto che su circa 2 milioni di autovettore concesse in uso promiscuo ai dipendenti il 72% del mercato è composto dai segmenti più bassi (A, B, C) e non certo da supercar.
La conseguenza di tale misura, inoltre, sarebbe il collasso del mercato delle auto aziendali, con effetti deleteri sulla capacità di rinnovare il parco circolante (il ciclo medio di sostituzione delle auto aziendali è di 3 anni, rispetto ai 7 anni delle auto private) e sulle produzioni nazionali, che agirebbe in modo negativo anche sul mercato delle vetture a zero o basse emissioni, in quanto il mercato delle auto aziendali rappresenta un canale fondamentale per la crescita delle vetture elettrificate.
Per questi motivi si richiede il ritiro immediato della norma in argomento che colpisce gravemente i redditi di numerosi lavoratori dipendenti, aggravando un già pesante carico fiscale, e rallenta la transizione energetica del settore automotive e lo svecchiamento del parco circolante, ormai non più rinviabili, penalizzando un settore che a fatica sta reagendo alla crisi e che costituisce uno dei comparti industriali più strategici del nostro Paese.
Di seguito il testo dell’emendamento:
Al disegno di legge AS 1586 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022″
Sopprimere l’art. 78 “Fringe benefit auto aziendali”
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