Si consolida la formula del lavoro ibrido per quasi 40 mila dipendenti delle organizzazioni aderenti alla rete SmartBo, flessibilità in aumento
Fra le attività della rete SmartBo nel primo anno di lavoro, l’indagine svolta fra le aziende sottoscrittrici dell’Accordo attraverso i loro SmartBo Ambassador. I dati raccolti hanno consentito di ottenere una fotografia dello stato dell’arte che permette alla rete di monitorare lo sviluppo e gli impatti delle attività nel corso del tempo.
Un primo riscontro importante è il numero di sottoscrittori, che dalle 36 organizzazioni firmatarie iniziali è già aumentato a 41 organizzazioni, e che hanno aderito alla rete con l’obiettivo di scambiare esperienze e di generare impatti positivi in termini di sostenibilità. Il 18% delle organizzazioni aderenti fa parte del settore pubblico e il restante opera in ambito privato.
Il numero di lavoratori e lavoratrici nel complesso è di oltre 39 mila dipendenti – pari a poco meno del 10% del totale dei lavoratori della Città metropolitana di Bologna, di questi, circa il 30% svolge mansioni che possono essere eseguite in modalità agile, e quasi l’80% ha aderito agli accordi aziendali. Questi prevedono per la maggior parte dei casi un numero di giorni di lavoro agile in media pari a 2 giorni alla settimana. Inoltre, oltre la metà delle organizzazioni ha già implementato sistemi di monitoraggio del lavoro agile, e in alcuni casi si stanno valutando processi di riorganizzazione degli spazi aziendali.
A tal proposito, la rete durante il primo anno di attività, ha posto le basi per l’avvio di una sperimentazione per ripensare gli ambienti di lavoro aziendali attraverso la messa a disposizione di alcuni spazi, in cui le postazioni lavorative possano essere condivise, al bisogno, dai lavoratori e dalle lavoratrici delle organizzazioni appartenenti alla rete per facilitare la trasformazione del lavoro agile da lavoro domiciliare, sperimentato durante la pandemia, a lavoro ibrido e di prossimità.
Presentata la ricerca condotta da Variazioni srl su “La regolamentazione dei nuovi modi di lavorare, SmartBO 2023”
Durante il convegno sono stati presentati i dati della ricerca condotta da Variazioni Srl, società di consulenza strategica per imprese e Pubbliche Amministrazioni e partner tecnico della rete dal 2019. La ricerca consegna uno specchio di come le organizzazioni di SmartBo si posizionano rispetto alle tematiche in trend nel mondo aziendale.
Secondo la ricerca, sulle 22 organizzazioni di SmartBo che hanno partecipato, il 46% ha ottenuto o sta lavorando per ottenere la certificazione della parità di genere. L’87% di esse sta implementando azioni mirate a migliorare l’inclusione e a favorire l’equità, percentuale ben più alta della media nazionale che si attesta attorno al 72% (dato calcolato su 300 aziende rispondenti in tutta Italia). Tra le azioni più frequenti ci sono misure volte a favorire la conciliazione vita-lavoro, formazione specifica ma soprattutto il lavoro agile.
Più della metà delle organizzazioni di SmartBo (il 55%, 15 punti in più rispetto alla media nazionale) ha dichiarato di aver introdotto il lavoro agile per motivi legati all’innovazione dei modelli organizzativi. Ciò denota la maturità dell’approccio verso il lavoro agile, strumento introdotto da molti con la pandemia e reso strutturale. Questo dato sancisce l’uscita dall’impostazione emergenziale e la ricettività nei confronti delle innovazioni del territorio emiliano romagnolo.
Spiega Arianna Visentini, Ceo & Founder di Variazioni srl: “La nostra survey ha confermato vocazione sostenibile di SmartBo: le organizzazioni rispondenti hanno mostrato grande consapevolezza di come la gestione dei loro impatti – ambientali e sociali – sia una questione che si ripercuote sulle persone che lavorano, ma anche sul territorio e sulle altre imprese. Non è un caso infatti che per SmartBo il lavoro agile sia interpretato come qualcosa di più di un semplice strumento di conciliazione, ma diventi elemento strutturale, di governance virtuosa e di processo.“
Le policy di lavoro agile, regolamentate prevalentemente da accordi di secondo livello, più presenti anche per tradizione storica in Emilia-Romagna, hanno visto un aumento in termini di flessibilità oraria rispetto al 2022: il 28% dei lavoratori agili (dato di 10 punti superiore alla media nazionale) può organizzare la propria giornata in totale autonomia. Il 90% dei dipendenti possono inoltre scegliere liberamente le giornate di smart working, senza l’imposizione di giorni fissi.
Resta l’accorgimento per la mansione svolta: il 100% delle organizzazioni rispondenti che applicano regole differenziate lo fanno in virtù del ruolo ricoperto nell’organizzazione. Nel 33% dei casi sono esclusi dallo smart working gli stagisti e in un altro 33% di casi i neoassunti, segnale dell’importanza che viene data all’apprendimento in presenza per il primo periodo di lavoro.
Uno sguardo al futuro
L’assessora con delega a Sport, bilancio, programmazione e statistica, Roberta Li Calzi sottolinea che “per chi amministra un Comune è certamente importante sapere che le imprese e le organizzazioni del proprio territorio siano in prima linea nelle scelte innovative nella gestione del personale, che consentono flessibilità dei tempi di lavoro e attenzione alla conciliazione”. Ci tiene però anche a precisare “come queste scelte di attenzione alle persone paghino non solo in termini di innovazione organizzativa e produttività per le imprese ma anche, in prospettiva, in termini di impatto sulla città, sulla mobilità, su un possibile diverso uso dei suoi spazi, sull’aria che respiriamo”.
Entrambe le indagini sopra citate, sottolineano, infatti, la forte relazione che c’è fra lavoro agile e l’impatto sull’ambiente, in quanto uno spostamento casa-lavoro non effettuato, o la riduzione del tragitto effettuato per un utilizzo di spazi di lavoro di prossimità, significa anche riduzione della CO2 emessa. La quasi totalità dei dipendenti delle organizzazioni della rete può fare riferimento al proprio Mobility Manager aziendale, e nella maggior parte dei casi è già stato adottato un monitoraggio annuale sugli spostamenti casa-lavoro. Negli anni a venire sarà quindi possibile incrociare varie fonti dati e valutare nel dettaglio l’impatto del lavoro agile su molti temi – ambientali e non solo – della qualità della vità bolognese.
SmartBo, nata come tavolo territoriale nel 2019, a settembre compie il primo anno come vera e propria rete territoriale, composta da oltre 40 realtà pubbliche e private, soggetti del terzo settore e associazioni di rappresentanza datoriale e manageriale dell’area metropolitana bolognese. SmartBo ha come scopo l’adozione del Lavoro Agile come strumento strategico per promuovere l’innovazione delle organizzazioni, inducendo anche cambiamenti nelle abitudini di mobilità e, nel medio-lungo periodo, una trasformazione degli assetti urbani, contribuendo allo sviluppo sostenibile del territorio bolognese.