E’ stato firmato l’8 giugno alla Farnesina il Patto per l’Export: una strategia innovativa e condivisa per il rilancio dell’esportazione del ‘Made in Italy’ nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso un deciso rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione grazie ai fondi stanziati recentemente dal governo.
Anche Federmanager plaude alla stipula del Patto, che prevede la dotazione di 1,4 miliardi di euro per rilanciare il made in Italy nel mondo.
«Questo intervento era atteso, dobbiamo recuperare in fretta la nostra posizione sui mercati internazionali e aiutare le imprese a tornare competitive. Serve l’impegno finanziario dello Stato e servono anche le competenze. Per questo ci fa piacere che il ministro Di Maio consideri necessario prevedere voucher per export manager e manager dell’innovazione», commenta il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla.
«L’export manager è una figura chiave per l’internazionalizzazione del business», chiarisce il presidente Cuzzilla. «Diventa una figura indispensabile per le imprese del made in Italy che per dimensione e per natura della gestione, tradizionalmente a carattere familiare, hanno necessità di acquisire competenze manageriali esterne capaci di aggredire i mercati globali».
«Di fronte alla crisi attuale, serve quindi un intervento massiccio nel finanziamento e focalizzato sulle competenze. La proposta del voucher – aggiunge Cuzzilla – è quanto mai opportuna ed è supportata dalle precedenti positive esperienze già sperimentate. Quando sono stati vincolati fondi per inserire Temporary Export Manager nelle imprese, sono aumentati fatturato e competitività. Ora c’è bisogno di uno sforzo ulteriore», nota il presidente.
«Rendiamoci conto che le stime sono molto preoccupanti. Da una nostra indagine condotta il mese scorso, durante il lockdown, è emerso che la maggioranza dei manager si aspetta una rilevante diminuzione del fatturato rispetto al mercato sia estero sia interno. Il 60% ipotizza una diminuzione di oltre il 30% del fatturato estero della propria azienda. E naturalmente – sottolinea Cuzzilla – i dati relativi a queste previsioni sono maggiormente rafforzati nei manager che operano nelle aziende del nord Italia».
Infatti, secondo quanto dichiarato dal 59,6% dei manager d’azienda, nei prossimi 12 mesi il fatturato estero della propria impresa calerà di oltre il 30%; solo il 15,4% presume che il fatturato estero non subirà variazioni significative e un esiguo 2,2% che esso addirittura aumenterà.
L’indagine condotta da Federmanager, realizzata dall’Osservatorio 4.Manager nel mese di aprile 2020, ha raccolto l’opinione di oltre 10 mila manager dell’industria e dei servizi: il 15,8% appartenenti alla fascia top management, il 39,8% direttori dipartimentali, il 36,2 middle management e il 7% professional.
«È importante che le competenze manageriali siano certificate, acclarate nella loro specificità», precisa Stefano Cuzzilla. «Per questo, come già fatto con il voucher per l’Innovation Manager, Federmanager si rende disponibile a fornire al Governo l’elenco degli Export Manager che hanno superato con successo il percorso di certificazione “Be Manager” che abbiamo costruito secondo un rigido disciplinare, validato Accredia. Si tratta di alcune centinaia di colleghi preparati e pronti a dare una mano alle imprese per tornare competitive a livello internazionale».