Scoperto ed attentamente analizzato in ogni sua parte, presso la Scuola d’Ingegneria dell’Università di Bologna, un innovativo contesto giuridico che in tribunale modifica radicalmente, rispetto alla prassi giudiziaria attualmente corrente, la posizione processuale sia del fabbricante che del danneggiato.
Prendendo come riferimento tale contesto giuridico ogni consumatore europeo, danneggiato per oltre 500 euro da un prodotto difettoso nei 10 anni successivi al suo acquisto, è ora in grado di ottenere, presso ogni tribunale comunitario (ed in modo praticamente certo), la condanna del fabbricante al risarcimento dei danni subiti.
Ciò risulta possibile richiedendo semplicemente al fabbricante di fornire oggettiva dimostrare che, il suo prodotto, era stato realizzato nel rigoroso rispetto di tutto quanto cogentemente prescritto dalla “NORMATIVA COMUNITARIA DI ARMONIZZAZIONE”.
Il rispetto di tale vincolo legislativo risulta infatti imprescindibile per ogni produttore europeo, in quanto solo il verificarsi di questa condizione consente di ritenere il prodotto “giuridicamente sicuro” e quindi commerciabile all’interno del mercato comunitario.
Il mancato rispetto di tale vincolo da parte di una società di produzione, sia al momento della realizzazione del prodotto che successivamente ha creato il danno, sia al momento dell’emissione della sentenza da parte del giudice, comporta invece per l’organizzazione ripercussioni economiche talmente gravi da provocare, nella maggior parte dei casi, la cessazione della sua attività industriale.
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