Presentata il 18 settembre la sesta edizione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate dedicato all’analisi delle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF e delle imposte dirette curata dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e realizzata con il sostegno di CIDA, Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità.
L’indagine realizza su base annuale un’analisi delle dichiarazioni individuali dei redditi IRPEF, di quelle aziendali relative all’IRAP e delle imposte dirette: l’obiettivo, oltre a fotografare lo stato della macchina fiscale, è quello di verificare la sostenibilità di medio-lungo periodo del sistema di protezione sociale italiano che, per pensioni, sanità e assistenza, è “costato” nel 2017 453.487 miliardi complessivi assorbendo, oltre ai contributi sociali quando previsti, anche tutte le imposte dirette – prioritariamente IRPEF e IRAP – nonché un’ulteriore quota di imposte indirette.
Nella nota diffusa da Itinerari Previdenziali emerge che il gettito fiscale complessivo diminuisce, ma aumenta quello dell’IRPEF, che grava sempre di più su ben determinate categorie di contribuenti, minando in prospettiva anche la capacità di finanziamento del nostro sistema di welfare.
“Mentre il totale dei redditi 2017 dichiarati tramite i modelli 770, Unico e 730 è ammontato a 838,226 miliardi di euro – segnala Itinerari Previdenziali – quasi 5 in meno rispetto agli 842,977 miliardi del 2016, con una riduzione dello 0,56%, il gettito IRPEF generato – al netto del bonus da 80 euro – è stato pari a 164,701 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 163,378 del 2016.”
Quindi “su 60,48 milioni di cittadini residenti in Italia a fine 2017 sono solo poco più di 30,67 milioni quelli hanno versato almeno un euro di IRPEF. Non solo, sempre con riferimento al 2017, è il 12,28% a corrispondere il 57,88% di tutta l’IRPEF, con poco più di 5 milioni di soggetti che dichiarano redditi superiori ai 35.000 euro, contro il 2,62% versato dal 45,19%.”
In dettaglio, i contribuenti con redditi lordi sopra i 100mila euro (circa 52mila euro netti) sono l’1,13%, pari a 467.442 soggetti versanti, che tuttavia pagano il 19,35% di tutta l’IRPEF; tra 200mila e 300mila euro si trova lo 0,13% dei contribuenti, che versano il 2,99% di IRPEF e, infine, sopra i 300mila euro lo studio individua, sulla base dei dati MEF e Agenzia delle Entrate, lo 0,093% dei contribuenti versanti che pagano però il 5,93% dell’IRPEF. Sommando a anche i titolari di redditi lordi superiori a 55.000 euro, si ottiene dunque che il 4,39% paga il 37,02%.