Nell’ambito dell’iniziativa strategica finalizzata allo sviluppo delle competenze innovative per il packaging sostenibile, è stato rilasciato il “Report di ricerca comparato sui casi di studio” che ha coinvolto trentadue aziende tra Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna
Entra nel vivo il progetto “Eco-Pack. Modellizzazione delle competenze per l’adozione delle tecnologie avanzate di packaging”, promosso da Fondirigenti – il Fondo per la formazione dei dirigenti di Confindustria e Federmanager – con l’obiettivo di individuare e definire quelle capacità e competenze manageriali necessarie allo sviluppo di un packaging alimentare sostenibile, anche in riferimento alle implicazioni relative alla nuova imposta denominata Plastic Tax, riferita alla produzione dei manufatti in plastica con singolo impiego (MACSI), la cui entrata in vigore, è stata recentemente prorogata al 1° gennaio 2022 dal decreto Sostegni bis.
Partita nel settembre dello scorso anno, l’attività di ricerca è sostenuta nei territori di Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna da Federmanager e da Confindustria ed è sviluppata da Cisita Parma (capofila), CIS (Reggio Emilia), Fondazione Aldini Valeriani (Bologna) e MISTER Smart Innovation (Bologna).
Nel quadro di questa iniziativa strategica, dunque, dopo la fase preliminare dedicata alla messa a punto dell’approccio metodologico da un lato e degli strumenti operativi di indagine dall’altro, e la pubblicazione del “Report di analisi”, dove vengono evidenziati i driver di cambiamento e quei fattori che favoriscono l’innovazione tecnologica nell’ambito di riferimento, sono quindi stati da poco resi pubblici i dati relativi al “Report di ricerca comparato sui casi di studio” rilasciato recentemente e validato dal Fondo promotore.
Tali risultati sono il frutto di un’indagine svolta attraverso interviste strutturate rivolte a manager, imprenditori, amministratori e responsabili di 32 fra aziende, operatori ed istituzioni pubbliche locali attive nella filiera manifatturiera e del recupero degli imballaggi in plastica, presenti sui territori provinciali di riferimento.
I casi di studio, nello specifico, sono stati così articolati: 8 casi presso imprese fornitrici di macchine e impianti di processo per la produzione e il riempimento (utilizzo) di imballaggi in plastica; 10 casi con imprese produttrici di imballaggi in plastica (manufatti) per confezionamento alimentare; 7 casi riguardano imprese confezionatrici e utilizzatrici di imballaggi in plastica per alimenti e bevande; 3 casi con municipalità urbane con competenze di programmazione per la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio in plastica; 4 casi con imprese incaricate per raccolta, selezione e riciclo di rifiuti da imballaggio in plastica (circuiti industriale e domestico).
In questo panorama, il Report da poco diffuso mette in luce, per la componente manifatturiera della filiera, il contributo all’ideazione, sviluppo e realizzazione delle soluzioni di packaging, il contributo allo sviluppo di alternative tecnologiche agli imballaggi in plastica monouso, ed infine il contributo allo sviluppo di alternative funzionali agli imballaggi in plastica monouso.
Per quanto riguarda le istituzioni e le organizzazioni che intervengono a valle della filiera manifatturiera con il compito di pianificare e realizzare le attività di recupero (raccolta, selezione, riciclo e valorizzazione), emerge in particolare il riferimento all’organizzazione industriale e di mercato dei diversi circuiti di recupero – sia domestico sia industriale – oltre alle tecnologie in uso e ai loro vincoli nella prospettiva dell’effettiva circolarità delle risorse.
Nel Report viene inoltre restituito un quadro comparato delle aspettative delle imprese manifatturiere nei confronti dei futuri adempimenti, con particolare riferimento all’interpretazione del principio della responsabilità estesa del produttore, che possono derivare dall’evoluzione del quadro normativo di riferimento, costituito dall’introduzione della stessa Plastic Tax e dal recepimento da parte degli Stati Membri della Direttiva comunitaria (2019/904) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.
Infine, declinate per i diversi oggetti d’indagine, vengono presentate le “matrici dei saperi”, all’interno delle quali sono resi espliciti sia i saperi di natura manageriale, sia quelli di natura tecnico-professionale, questi ultimi da un lato agiti dalle imprese in relazione agli attuali sistemi in uso e dall’altro richiesti per accompagnare l’innovazione dei sistemi relativi a tecnologie, organizzazioni e mercati verso soluzioni diverse che, nella percezione degli intervistati, configurino un reale miglioramento della prospettiva di sostenibilità del packaging.
Per accedere ai materiali relativi alle diverse attività dell’iniziativa strategica, nonché per maggiori dettagli e approfondimenti è possibile consultare la pagina dedicata al progetto pubblicata sul sito di Cisita Parma.
Fonte: Comunicato Stampa Cisita Parma