La previdenza complementare svolge un’importante funzione sociale, perché offre al cittadino la possibilità di disporre, dopo il pensionamento, di un reddito aggiuntivo rispetto alla pensione erogata dal primo pilastro, cioè la previdenza obbligatoria. Chi opta per questa scelta mostra lungimiranza e attenzione verso il proprio futuro finanziario.
I fondi destinati alla previdenza complementare sono, in alcune circostanze, accessibili anche prima del pensionamento: questo è il caso delle anticipazioni e dei riscatti. Poi ci sono i trasferimenti. In questo articolo metteremo in luce le differenze che l’adesione a differenti comparti di investimento potrebbe determinare in caso di richiesta di riscatto e/o anticipazione oppure trasferimento della posizione ad altro fondo di previdenza integrativa.
Riscatto e anticipazione
Gli importi versati nel tempo alla forma pensionistica complementare servono a determinare una rendita supplementare che si percepirà alla decorrenza della pensione principale. Questo, però, non significa che quanto accantonato nella propria posizione individuale sia intoccabile: al contrario, sono previste una serie di prestazioni che consentono di accedere ad essa prima del pensionamento.
L’accesso al capitale accantonato può avvenire tramite il riscatto e/o l’anticipazione.
Il riscatto, è una misura concepita per garantire una tutela in caso di situazioni lavorativamente discontinue. Esso consente di accedere ad un ritiro parziale e/o totale della propria posizione individuale, nel caso di cessazione del rapporto di lavoro ed in presenza di determinate condizioni.
Con l’anticipazione, invece, è possibile richiedere parte delle somme versate mantenendo attiva l’iscrizione al fondo. È permesso prelevare un importo non superiore al 75% del montante accumulato per l’acquisto e/o la ristrutturazione della prima casa di abitazione (non solo per l’iscritto ma anche per i figli), oppure è possibile chiedere massimo il 30% per ulteriori esigenze dell’iscritto che non debbono essere motivate. Per queste due causali sono necessari almeno 8 anni di iscrizione alla previdenza complementare.

È permesso prelevare un importo non superiore al 75% del montante accumulato per l’acquisto e/o la ristrutturazione della prima casa di abitazione.
L’anticipazione può essere invece richiesta in qualsiasi momento e per un importo non superiore al 75% per far fronte a spese sanitarie conseguenti a gravissime condizioni di salute per l’iscritto, per il coniuge o per i figli.
È importante tenere presente che in tutti i casi (ad esclusione del trasferimento) si applica una fiscalità sulla somma prelevata: essa dipende in primo luogo dalle ragioni del riscatto e può anche variare in funzione di dove si collocano i montanti che originano la prestazione.
Trasferimento
Diversamente dalle forme di prelievo, il trasferimento consente di conferire la posizione maturata presso un’altra forma pensionistica complementare. Il trasferimento è esente da oneri fiscali, fatte salve le spese fisse correlate alla copertura dei costi amministrativi.
Non sempre, però, è conveniente utilizzare lo strumento del trasferimento. Uno dei principali motivi per cui potrebbe convenire mantenere la posizione accantonata presso due fondi pensione distinti, risiede nella possibilità di ottenere, al momento del pensionamento, il montante complessivo interamente sotto forma di capitale.
Comparto assicurativo e finanziario
Le forme pensionistiche complementari offrono diverse opzioni di investimento: si passa da comparti di investimento garantiti (o assicurativi), che producono rendimenti più contenuti ad un rischio più basso, fino a comparti finanziari, che si contraddistinguono per i rendimenti potenzialmente più elevati, ma anche per il rischio maggiore.
Risulta quindi importante effettuare le giuste scelte di investimento in ambito previdenziale, e considerare l’impatto che queste potrebbero avere sulla prestazione futura. Si tratta, comunque, di scelte reversibili: l’utilizzo dello switch permette di riallocare il capitale investito, anche in base all’orizzonte temporale dell’investimento, considerando il numero di anni che mancano al pensionamento.
Per le caratteristiche dei diversi comparti in cui possono essere investite le risorse, la facoltà di trasferimento piuttosto che di riscatto (o anticipazione) richiede, da parte dell’iscritto, un’attenta valutazione delle possibili implicazioni.

Nella previdenza complementare esistono molte differenze tra riscatto e trasferimento legate al genere di comparto scelto.
In particolare, in caso di investimento nei comparti finanziari, l’ammontare della posizione individuale è calcolato al primo valore della quota disponibile in cui il riscatto (l’anticipazione) o il trasferimento si intende definito, risentendo quindi delle oscillazioni di mercato, diversamente da quanto accade se le risorse sono investite in comparti assicurativi.
Bisogna infine tenere presente che, qualora si esca dal comparto assicurativo, si abbandonano i coefficienti di trasformazione, magari migliori, per la determinazione della rendita.
Al fianco dei manager anche per la pensione
Orientarsi nel mondo della previdenza complementare non è semplice: ogni posizione è unica, e prima di effettuare qualsiasi tipo di scelta occorre una valutazione attenta e consapevole non solo delle proprie esigenze del momento, ma anche delle aspettative future.
Per supportare dirigenti e pensionati in queste decisioni, Federmanager Bologna-Ferrara-Ravenna mette a disposizione un servizio di consulenza dedicato alla previdenza obbligatoria e complementare lungo tutto l’arco lavorativo dei dirigenti.
Per maggiori informazioni, contattaci ora a questo indirizzo mail: segreteria@federmanagerbo.itsegreteria@federmanagerbo.it.