Roma, 21 luglio 2015 – Sono oltre 69.000 i lavoratori colpiti dalle penalizzazioni della riforma Fornero che sono andati in pensione di anzianità nel primo semestre di quest’anno, congestionando la macchina dell’Inps: un’impennata del 108% rispetto all’andamento dello stesso periodo del 2014. Contestualmente migliaia di lavoratori esodati, ancora senza risposta, sono tornati oggi ad alzare la voce per chiedere l’approvazione del settimo provvedimento di salvaguardia.
«Continuiamo a soffrire gli effetti perversi della legge Fornero», ha commentato Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager. «Sollecitiamo il governo ad adottare rapidamente l’atteso intervento di salvaguardia per dare una risposta a tutti coloro che sono stati spinti in questo limbo. Peraltro – ha aggiunto Cuzzilla – le proposte che giacciono in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati dallo scorso mese di marzo non risolvono affatto il problema».
«Sul tema previdenza il governo rincorre affannosamente ipotesi che sono spesso incoerenti, creano allarme e stentano a concretizzarsi», ha continuato il Presidente Cuzzilla, ricordando che «l’auspicata flessibilità del sistema previdenziale è un intervento da sempre caldeggiato da Federmanager, anche per risolvere in modo definitivo la questione esodati».
«In più di un’occasione ci siamo resi disponibili a un confronto nel merito delle soluzioni che questo Paese esige da tempo – ha chiarito il Presidente Federmanager -. Abbiamo quindi chiesto all’Esecutivo di essere audìti al più presto, anche perché la classe manageriale sta pagando un conto altissimo in termini di posti di lavoro e, al contempo, sta continuando a rappresentare la leva contributiva su cui si regge il sistema».
«Ci uniamo dunque alla presa di posizione sostenuta dalla Cida per ribadire che sulle pensioni non si può improvvisare», ha concluso Cuzzilla. «Federmanager intende rinnovare l’impegno contro la retorica delle “pensioni d’oro” e per offrire soluzioni sul tema previdenza che siano solide, eque e responsabili. Significa lavorare per generare un effetto positivo, stabile e di lunga durata sull’intera collettività: a beneficio dei colleghi in servizio, in pensione ed esodati».