A seguire l’articolo di Antonio Zangaglia, Vicepresidente di Federmanager Bologna – Ferrara – Ravenna con delega sul territorio di Ravenna pubblicato su Filo Diretto – marzo 2019
Lo scorso novembre “Italia Oggi” ha pubblicato l’annuale indagine – realizzata insieme a Università La Sapienza di Roma – sulla qualità della vita in Italia nell’ultimo anno.
Ravenna perde sei posizioni rispetto alla stessa classifica dell’anno 2017: era al 54° posto e nel 2018 si ritrova al 60° posto. Al 1° posto ancora una volta c’è Bolzano.
Ravenna si colloca nella seconda parte della classifica, sessantesima città su centodieci. Ultima città dell’Emilia-Romagna.
Al 6° abbiamo Parma, seguita all’11° da Reggio Emilia (entrambe in forte crescita), poi giunge Modena 17esima, ma in forte calo; dopo Modena, Piacenza al 28° posto, seguita al 29° posto dalla provincia di Forlì-Cesena (entrambe in calo). Al 41° posto troviamo Ferrara, che guadagna molte posizioni, solo 43a arriva Bologna (stabile). Al 57° posto c’è Rimini, in calo di qualche posizione.
Passando alle singole voci, preoccupa in particolare, il calo di Ravenna nel Settore Affari e Lavoro, passata dal 30° posto del 2017 al 32° posto del 2018.
Quale ruolo ha giocato in questo l’onda lunga della crisi del settore Oil & Gas, iniziata a fine 2014?
Il ROCA – Ravenna Offshore Contractors Association – ci ha recentemente ricordato, attraverso un’intervista rilasciata dal suo Presidente Franco Nanni, che “negli anni ’90 questo distretto industriale occupava circa 10.000 persone, ma progressivamente le attività estrattive di gas sono diminuite fino quasi ad azzerare nuovi investimenti nell’offshore ravennate. Conseguentemente, anche l’occupazione è drammaticamente calata: da 6.0000 addetti nel 2014, siamo passati a 3.660 nel 2015, 3.400 nel 2016, 2.250 nel 2017 e prevediamo che al termine del 2018 gli occupati scenderanno al di sotto delle 2.000 unità”.
“Si tratta di dati allarmanti, che fanno il paio con quelli relativi al fatturato delle aziende ravennati attive nell’Oil & Gas: da 1,7 miliardi nel 2014 siamo scesi a 1 miliardo nel 2015, 725 milioni nel 2016, 490 milioni nel 2017 e per il 2018 prevediamo di chiudere a 450 milioni, realizzati peraltro quasi interamente all’estero”.
“Il piano energetico da 2 miliardi di euro avviato da Eni in Adriatico è certamente un segnale positivo, anche se non in grado di invertire la rotta. ROCA ritiene che l’Adriatico abbia ancora molte possibilità d’investimenti: per non perdere le tecnologie e le specializzazioni acquisite auspichiamo che l’Eni dia slancio alle attività in quest’area, dove ci sono importanti giacimenti da sfruttare”.
“Il Governo, sia come azionista di riferimento dell’Eni che come gestore dei permessi, ha un ruolo determinante nel rilanciare la produzione di gas, e quindi nel ridurre il peso dell’import di fonti energetiche, e nel fare ‘ripartire’ nuovamente gli investimenti nel settore, che farebbero aumentare l’occupazione”.
“Anche perché va ricordato che non investire nell’offshore adriatico non significa sostituire il gas con energie rinnovabili, come alcuni vorrebbero far credere. Significa, semplicemente, importare quel gas dall’estero, con un conseguente aumento dell’inquinamento dovuto al trasporto del materiale e un incremento della bolletta energetica a scapito delle famiglie consumatrici”.
Nel contesto della drammatica involuzione del settore impiantistico legato all’Oil & Gas, si colloca anche il recentissimo annuncio dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo per un totale di 104 dipendenti della Tozzi Sud, operai, impiegati e dirigenti.
Infine, la crisi colpisce Ravenna anche in un altro dei pilastri storici della sua economia, il settore delle costruzioni. Negli ultimi giorni del 2018 sono giunte notizie preoccupanti circa la situazione finanziaria della CMC.
In una nota del 13 novembre scorso, la Società cooperativa, finita sotto pressione per il mancato incasso di pagamenti per 108 milioni di euro in ottobre, aveva annunciato che non sarebbe stata pagata puntualmente, alla scadenza del 15 novembre, la rata di interessi in favore dei titolari del prestito obbligazionario emesso il 16 novembre 2017 e che il pagamento degli stipendi di ottobre 2018 sarebbe slittato alla fine dello stesso mese.
Antonio Zangaglia è Dirigente in servizio presso la Marcegaglia Carbon Steel S.p.A. – Stab. di Ravenna e Vice-presidente di Federmanager Bologna-Ravenna con delega per il territorio di Ravenna